Martedì 3 dicembre 2019 – Conviviale Interclub gruppo felsineo</em
Bologna, Savoia Hotel Regency
Relatore: Prof. Fabio Alberto Roversi Monaco

Martedì 3 dicembre, presso il Savoia Regency Hotel, i rotariani del Gruppo Felsineo, hanno avuto il privilegio di partecipare alla presentazione, in anteprima, dell’importante mostra in programma presso Palazzo Fava dal 12 marzo al 28 giugno 2020, del POLITTICO GRIFFONI, opera di Francesco del Cossa e di Ercole dè Roberti.

Giovanni Battista Camerini, Presidente del Rotary Club Bologna, ha aperto la serata, ringraziando per la presenza i rotariani di tutti i Club di Bologna e i numerosi ospiti.

Prima della cena Elia Antonacci ha ricordato la triste scomparsa dell’amico Paolo Malpezzi, del Club Bologna Ovest Guglielmo Marconi, cui i presenti, contrariamente all’usanza di un minuto di silenzio, hanno voluto dedicare un grande ed affettuoso applauso.

Prima di passare la parola all’ospite d’onore, Camerini ha ricordato che il 3 dicembre ricorre anche la giornata mondiale del “dono” e che nell’arco della serata il socio del R.C. Bologna, Marco Parisini, avrebbe dedicato un momento per spiegare questa speciale ricorrenza mondiale.

Giovanni Camerini ha poi presentato il progetto della giornata mondiale del dono ed ha ringraziato il prof. Fabio Roversi Monaco per la sua disponibilità a presentare personalmente l’evento, confermando l’impegno dei rotariani a sostenere la mostra con l’acquisto di oltre 1000 biglietti.

L’ospite d’onore e relatore Prof. Fabio Alberto Roversi Monaco, già Magnifico Rettore dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, oggi Presidente di Genius Bononiae e Socio Onorario del nostro Rotary Club Bologna Ovest , ha presentato al foltissimo pubblico rotariano l’importante opera considerata un capolavoro del Rinascimento italiano, dipinta in Bologna tra il 1470 ed il 1473 per la cappella dedicata dalla famiglia Griffoni a San Vincenzo Ferrer in San Petronio e che, per fortunose vicende , intorno all’anno 1725 , per volontà del cardinale Pompeo Aldrovandi, venne smembrata in singoli quadri, poi venduti ed andati dispersi per riemergere infine – ma solo alcuni di essi – in diverse collezioni pubbliche, nazionali ed estere.

Trascorsi 300 anni dalla sua dispersione, l’opera può essere oggi ricomposta e di nuovo riportata nella città di origine in un’esposizione di carattere eccezionale, seppur temporanea, grazie alla volontà di Genius Bononiae – presieduta dal Prof. Roversi Monaco, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, realizzando così il progetto scientifico di Mauro Natale e Cecilia Cavalca con la collaborazione della Basilica di San Petronio.

Ben 9 Istituzioni Museali, sparse in tutto il mondo, tra le quali : la Pinacoteca di Brera in Milano; la National Gallery of Art in Washington ; la Pinacoteca Vaticana in Roma; le Musèe du Louvre in Parigi, ed altre, hanno consentito al prestito eccezionale delle opere in loro possesso, così da poter ricomporre il Polittico Griffoni nella sua quasi totalità (16 pannelli ) e così da poter offrire alla città di Bologna ed all’intera comunità nazionale ed internazionale un progetto di alto valore culturale che consentirà di riscoprire, in modo del tutto inedito, dopo ben 300 anni dallo smembramento, una delle opere tra le più affascinanti e preziose del Rinascimento Italiano, oggi inaccessibile nella sua unità e visibile solo per parti e in luoghi diversi.

«Abbiamo quindi la possibilità di tornare a respirare quell’atmosfera di fervore culturale, che venne a crearsi con l’esposizione de “La ragazza con l’orecchino di perla”. Bologna infatti, ha con questa iniziativa, tutte le caratteristiche per tornare a vivere un periodo di grande rilievo tra le capitali dell’arte».

Il Relatore Roversi Monaco ha aperto la serata con la proiezione dei due video confezionati per pubblicizzare l’evento (visibili cliccando sui link riportati a fine articolo).

E’ stato così possibile immergersi nell’arte di Francesco del Cossa ed Ercole dè Roberti che, tra il 1470 ed il 1473, in uno splendido quanto fruttuoso sodalizio artistico, realizzarono il grande manufatto artistico che andò ad adornare l’altare della cappella Griffoni fino al 1725, suscitando ammirazione enorme nei contemporanei al pari di altre importanti opere del Cossa che in Bologna realizzò l’Annunciazione di Dresda e la Madonna del Baraccano.

La mostra si propone di restituire con buona verosimiglianza l’aspetto originario del complesso, anche se mancano alcuni pannelli e anche se è andata perduta la cornice originale, opera del maestro Agostino de Marchi di Crema, il cui nome emerge da un documento relativo all’opera, risalente al 19 luglio 1473.

Il Polittico Griffoni è rappresentativo delle trasformazioni che caratterizzano un momento cruciale dell’arte italiana, partecipando gli artisti del Cossa e dè Roberti al nuovo naturalismo espressivo che modificava in profondità i codici formali delle opere medievali e che evidenzia la capacità del Cossa di inventare in Bologna un nuovo canone peculiare di resa dello spazio e dei volumi, splendidamente rappresentato nel Polittico Griffoni che torna, così, in tutta la sua bellezza nella nostra città, ove resterà esposto nel Palazzo Fava dal 12 marzo al 28 giugno 2020.

Il Presidente di Genius Bononiae ha espresso tutta la soddisfazione per questa importante realizzazione ma, del pari, ha colto l’occasione per denunciare la grave e perdurante mancanza della città di Bologna nel ridotarsi di una vera politica di valorizzazione culturale. Ha ricordato, in particolare, come Bologna sia da sempre legata indissolubilmente alla ricerca, alla scienza e alla cultura, e di come alcune delle parti, monumenti storici ed opere d’arte più belle della città, presenti nel centro storico, siano diventate inaccessibili per i visitatori, ovvero come si debba assistere a casi di depauperamento del tessuto storico-urbano, come è avvenuto con la creazione di un Centro Commerciale con annesso ristorante in luogo dello storico Monte di Pietà in Via Indipendenza di fianco alla Cattedrale di San Pietro.

Il recupero, sia pure temporaneo del Polittico Griffoni e la sua esposizione nella città di origine, rappresenta un esempio da perseguire per restituire alla città di Bologna il ruolo di culla e crogiuolo della cultura, anche artistica, così egregiamente sviluppato nel corso secoli.

Il Presidente Camerini ha dato il tocco di campana di chiusura, ringraziando tutti gli amici e gli intervenuti, augurandosi che la serata abbia dato modo di riflettere sul ruolo che i rotariani possono e devono avere nella propria città di Bologna per assicurarle il presente ed il futuro al livello che ha saputo conquistarsi nei secoli passati.

Domenico Gentile – R.C. Bologna Ovest Guglielmo Marconi

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